I primi anni con l’Alfetta

19 Dicembre 2013

Da parte mia io non potevo certo permettermi il lusso di tenerla a dormire in garage, quindi tutte le mattine la tiravo fuori e ci andavo a lavorare. In quegli anni lavoravo a Lodi, e avevo anche qualche attività collaterale a Milano. Tutti i giorni percorrevo parecchi chilometri, e avevo quindi installato un impianto GPL (si, lo so, è un oltraggio!! ma, dopo aver fatto il primo pieno di benzina e calcolato i consumi, fu l’unica condizione a cui la mia dolce metà mi consentì di tenere l’Alfetta).

Dal 1995 al 1998 percorsi circa 80.000 km, con ogni condizione di strada: nebbia, ghiaccio, neve, pioggia, sole.

L’Alfetta si dimostrò come il cavallo del cowboy: era sempre li, nonostante tutto, ad attendermi fuori del saloon.

Certo, io ero sempre pronto ad andare al meccanico almeno tre volte l’anno per controlli preventivi e manutenzione spicciola, e il mio approccio era quello di approfittare di ogni occasione per far sostituire parti di meccanica logore con ricambi originali presso officine autorizzate, in modo da procedere ad un graduale e abbastanza indolore restauro della meccanica.

In quegli anni riuscii a difenderla da un sacco di campagne di rottamazione: mia moglie non perdeva occasione di farmi presente che in fondo potevamo permetterci una macchina nuova, e che approfittare dei tre milioni di ecoincentivi sarebbe stato un affare e tante altre cose che le donne dicono sempre in queste situazioni. Io resistevo.    (continua…….)

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